Resoconto della Conviviale del 17 Ottobre 2023
Martedì 17 ottobre scorso ci siamo ritrovati per una conviviale di grande spessore: relatore era infatti il Professor Antonello Pietrangelo, Direttore Unità Operativa di Medicina del Policlinico e Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Interna di UniMoRe. Un professionista che, come lo ha presentato il nostro socio Magnifico Rettore Adolfo Porro, “esprime 3 eccellenze che è molto difficile trovare nella stessa persona: un altissimo livello di qualità clinica, è un clinico medico – medico interno –, è un eccellente ricercatore ed è un eccellente manager. Tre aspetti strettamente collegati perché la ricerca, la sua traslazione nell’applicazione clinica e la gestione strategica delle risorse sono elementi indispensabili per migliorare la nostra Sanità, e la nostra medicina. “
Presa la parola, il Professor Pietrangelo ci ha illustrato la traiettoria compiuta dalla medicina interna classica verso la medicina del futuro, la genomica, ripercorrendo un percorso di oltre 100 anni nel quale Modena ha avuto un ruolo fondamentale sin dagli inizi, grazie al “nostro” Professore Mario Coppo, professore emerito della facoltà di medicina interna e fondatore della patologia medica, intesa come patologia d’organo: da qui la nascita di varie specializzazioni, ognuna focalizzata sul proprio organo di competenza.
Ripercorrendo la nascita del nostro sistema sanitario nazionale, il professore ha poi evidenziato come il SSN sia nato pensando ad un paziente con una singola patologia, mentre oggi dal punto di vista epidemiologico ci troviamo di fronte ad un quadro completamente diverso, in cui vediamo convivere nello stesso paziente un insieme di co-patologie, che col progredire dell’età arrivano ad essere addirittura 7/8. Tanto che, pensando anche all’enorme spesa comportata dai farmaci, l’obiettivo del medico che oggi si trova a ricoverare un paziente è quello di gestirlo nella sua totalità, facendo attenzione alle interazioni tra i farmaci, sì da ridurli, anziché aumentarli. Questa è la vera criticità: oggi il 70 per cento dei pazienti che si presentano nei pronto soccorso – per motivi non chirurgici – sono polipatologici.
Il futuro? Vede muoversi in parallelo l’aumento delle co-morbidità ma anche l’evoluzione tecnologica, che svolge un ruolo estremamente positivo tanto sul paziente quanto sulla professione medica: oggi abbiamo la digitalizzazione, la telemedicina, la medicina genomica e la medicina di precisione. Ci sono pure i robot che hanno la possibilità di svolgere attività fisioterapica e di lavorare sul paziente.
Cosa è la medicina genomica? E’ quella branca che consente di analizzare, singolarmente e nelle reciproche interazioni, i geni dei pazienti, il contesto, lo stile di vita, e adattare i trattamenti in base a tutte queste caratteristiche. E questo grazie al sequenziamento del genoma compiuto 20 anni fa. E poi c’è l’intelligenza artificiale che, come dichiarato dal professore, cambierà la vita a tutti; basti pensare all’attuale fenomeno dei chatbot, che si fondano sull’uso dell’intelligenza artificiale per comprendere le domande del paziente e automatizzare le risposte simulando la conversazione umana.
Dopo una parentesi sulle malattie rare, che vedono nel campo della ricerca Modena al centro di un lavoro di importanza nazionale, il professore ha infine illustrato l’evoluzione degli strumenti utilizzati dal medico: siamo partiti dallo stetoscopio, e oggi esistono sistemi tascabili per fare un’ecografia istantanea., e algoritmi che consentono di capire la gravità del caso. Da qui, il grande tema: chi visita il paziente? Chi lo ascolta? I tempi della medicina moderna non consentono più lo svolgimento da parte del medico del ruolo che aveva una volta, però il paziente vuole essere (ed è giusto che sia) visitato, vuole essere toccato, vuole essere ascoltato. La direzione pare ineludibile: sarà compito del medico, che rimane sempre figura centrale nel panorama sanitario, gestire questi passaggi, avvalendosi da una parte del progresso scientifico, senza rinunciare dall’altra al contatto diretto, empatico, col paziente.
A conclusione di una serata estremamente interessante sono poi state molte le domande poste al professore dai nostri soci, che sono stati invitati dal Presidente Carlo Ventura a ritrovarsi venerdì 27 ottobre alle 18 alla Fiera Skipass, per un piacevole incontro organizzato dai nostri giovani del Rotaract con Barbara Milani, famosa sciatrice testimonial della Fondazione Silvia Parente, che si occupa di ideare, promuovere e sostenere lo sport come strumento per l’inclusione sociale.
I migliori saluti
Francesca Abbati Marescotti, con l’indispensabile contributo di Claudio Colombi