Resoconto della Conviviale del 29 marzo 2023
Abbiamo avuto l’onore di avere come relatore S.E.R. Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena e Carpi, nostro socio onorario, presso la Mensa Ghirlandina, ubicata alle spalle della Curia Arcivescovile.
Dopo l’onore alle bandiere, il Presidente Enrico Lupi ha salutato i numerosi ospiti presenti, tra cui il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Modena Monsignor Giuliano Gazzetti, l’Assistente del Governatore per l’Area Ghirlandina Eugenio Boni, l’amico Giuseppe Bellei Mussini, già nostro socio ed ora al Rotary Club di Lugano in Svizzera.
Enrico ha poi letto un breve curriculum del nostro Vescovo: ordinato sacerdote nel 1984, ha ricoperto vari ministeri ed è stato docente di Teologia presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese, poi presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Sant’Apollinare di Forlì. Nominato dal Santo Padre Papa Francesco Arcivescovo di Modena e Nonantola il 3 giugno 2015, ha fatto il solenne ingresso nell’Arcidiocesi di Modena e Nonantola il 13 settembre 2015. Nel 2018 è stato nominato Presidente della Commissione Episcopale della CEI per la dottrina della fede, la catechesi e l’annuncio. Il 7 dicembre 2020 Papa Francesco lo ha nominato Vescovo di Carpi.
Il tema della serata “L’Arte Sacra e i tesori artistici nelle chiese” è nato durante un incontro informale tra il Presidente e l’Arcivescovo: Don Erio, come ama farsi chiamare, prendendo la parola, ha sottolineato come l’arte sacra nelle chiese, che comprende, oltre alle pitture ed alle sculture, anche oggetti e manoscritti, rappresenti una parte preponderante del patrimonio culturale totale. Volendo rimanere solo all’arte figurativa, si può dire che le prime forme di arte sacra sono quelle catacombali, molto care al nostro Vescovo: l’arte nelle catacombe è iniziata alla fine del II secolo d.C. ed è un’arte prevalentemente simbolica, nel senso che vengono rappresentati con semplicità, attraverso dei simboli, alcuni concetti difficili da esprimere. Per indicare il Cristo viene raffigurato un pesce, per significare la pace del paradiso si rappresenta una colomba, per esprimere la fermezza della fede si disegna un’ancora: la maggior parte dei simboli vanno riferiti alla salvezza eterna, come la colomba, la palma, il pavone, la fenice e l’agnello.
Dopo il periodo catacombale l’arte sacra si è sviluppata in due filoni distinti, quello occidentale, romano, e quello orientale, bizantino, ma ha avuto un periodo problematico a causa dell’iconoclastia, movimento religioso sorto nella Chiesa Bizantina, contrario ad ogni forma di culto per le immagini sacre e propugnatore della loro distruzione. Ci volle il Secondo Concilio di Nicea, convocato nel 787 d.C. da Papa Adriano I, per condannare l’iconoclastia e per ripristinare il culto delle immagini.
Il filone orientale dell’arte sacra aveva una forma ieratica, e voleva dare un’idea teologica: il mosaico, l’icona, la pittura guardavano il fedele che si sentiva sottomesso davanti alla divinità. Nel filone occidentale era il fedele che guardava la tela e si sentiva immerso nella rappresentazione: l’immagine aveva una funzione istruttiva, catechistica.
La grande funzione dell’Arte Sacra, ha concluso il Vescovo, non si riduce comunque solo alla decorazione: l’ Arte Sacra ha anche, se non prevalentemente, una funzione liturgica, è “vedere partecipando”. Quando entriamo in una Chiesa, soprattutto durante una funzione religiosa, le pitture e le sculture ci aiutano a partecipare più attivamente alla celebrazione liturgica.
Al termine dell’interessantissima relazione, condotta con la ineguagliabile chiarezza espositiva che contraddistingue il nostro Arcivescovo, l’oratore ha gentilmente risposto alle domande degli ospiti presenti, che hanno riguardato, tra le altre, la Sacra Sindone e l’Arte Sacra contemporanea, che è pure simbolica, ma di cui spesso è difficile riconoscere la chiave interpretativa. Don Erio ci ha poi voluto omaggiare di un libro, “Il Mistero Pasquale”, in cui sono esposte bellissime immagini dei bassorilievi che ornano il nostro Duomo, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Il Presidente Enrico Lupi, chiudendo la serata, ci ha ricordato i prossimi impegni rotariani, tra cui martedì prossimo la relazione del nostro socio Vittorio Giovetti sulla sua salita al Kilimangiaro e giovedì 20 aprile l’Interclub col R.C.Modena L.A. Muratori ed il Rotary Club Castelvetro Terre dei Rangoni in cui sarà ospite il Generale Bruno Loi che ci parlerà di “Al servizio della Patria”.
Un caro saluto
Claudio Colombi