La conviviale del 11 febbraio 2014
Il Presidente Marco Righi ricorda che dopo la serata sul cioccolato tenuta a novembre questa sera continuiamo parlando di vino e di lambrusco, e dell’abbinamento di questi col cibo. Relatore non poteva essere che il nostro socio Mauro Chiarli coadiuvato nell’occasione dal figlio più giovane Giorgio. L’idea della serata nacque un fine settimana torrido di luglio a Riccione sotto una tenda in spiaggia e Mauro si disse subito disponibile : in più il vino che beviamo stasera è gentilmente offerto dalla ditta Chiarli.
Prima di cedere la parola, Marco ci dà due informazioni di carattere rotariano : martedì prossimo il PDG Giorgio Boni ci ricorderà il Rotary Day che ricorre il 23 febbraio, il 10 aprile ci sarà il Palio degli Aceti Balsamici, quindi siamo invitati a prendere le boccettine per l’aceto da riconsegnare a Mario Gambigliani.
Prima di cena Giorgio Chiarli ci parla del vino che berremo e dell’abbinamento col cibo che mangeremo : con l’aperitivo a base di parmigiano-reggiano e salumi con gnocco fritto abbiamo bevuto un fresco Pignoletto e un rosee di Grasparossa dalle fresche bollicine, cioè prodotti non molto strutturati. Coi tortellini berremo il classico Lambrusco di Sorbara, leggero, acidulo, violaceo, che ci pulirà il palato con la sua freschezza. Col secondo, un guanciale di maiale, pietanza ricca e prelibata, berremo un grasparossa e un cabernet sauvignon , vini fermi, strutturati.
Dopo cena Mauro Chiarli traccia una breve storia del lambrusco : dopo l’ultima glaciazione tutto ciò che c’era al di sopra del Po’ andò disperso, mentre sotto le uve lambrusche sopravvissero, e, attraverso successive selezioni, sono giunte, notevolmente migliorandosi, fino a noi. Di vitigni lambruschi se ne sono contati fino a 300, ma quelli più importanti e che tutti ora conoscono sono i classici Sorbara, Salamino e Grasparossa, ciascuno con le proprie caratteristiche. La natura però è comune : bacca rossa, vino frizzante, acidità naturale elevata, gradazione alcolica non eccessiva, bouquet persistente, floreale. I lambruschi sono gli unici vitigni autoctoni che esistano in Italia, sono nati e cresciuti qui, dove c’è un legame molto stretto tra prodotto e territorio.
La Ditta Chiarli nasce nel 1860, nel 1900 viene premiata all’ esposizione universale di Parigi, vede nascere nei primi decenni del secolo le prime cantine sociali, supera indenne dopo la prima guerra mondiale il terribile problema della filossera, il parassita venuto dagli Stati Uniti che distrugge tutti i vitigni, ed arriva fino agli anni 50 quando col problema della mezzadria rallenta lo sviluppo tecnico e qualitativo nei vigneti. A partire dagli anni 60 e 70 con l’ammodernamento delle campagne e delle cantine si ha un aumento di qualità nella produzione del vino : nel 1971 nasce la DOC per i lambruschi, nel 2006 nasce la DOC Modena, vitigno di uva rossa che si identifica con Modena, ma non comprende Sorbara, Salamino o Grasparossa, vino buono a prezzo accettabile.
Le prospettive per il futuro sono favorevoli, ma non bisogna mai dimenticare la qualità, soprattutto in tre direzioni : nella direzione della vigna, della cantina e della capacità di comunicare il prodotto al mercato. Un mercato, quello del lambrusco, in via di espansione, basti pensare che nel 2012 sono state vendute 195 milioni di bottiglie di lambrusco, per il 50% destinate all’esportazione : la DOC venduta rappresenta il 40%, ma la maggior parte del lambrusco che va all’estero non è DOC.
Al termine le domande degli ospiti, cui Mauro si presta gentilmente a rispondere.