La conviviale del 22 ottobre
L’ospite della serata non passa inosservato, è Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte, che questa sera ci presenta il suo ultimo lavoro, un libro su Mattia Preti, pittore del ‘600 che ha avuto a che fare anche con Modena. E per questo siamo molto numerosi (218) da Vinicio in Interclub coi Rotary di Sassuolo, Castelvetro-Terre dei Rangoni e Modena Muratori. Il nostro Presidente, Marco Righi, presiede la conviviale : dopo aver letto un breve curriculum di Vittorio Sgarbi, gli passa la parola.
Sgarbi inizia sottolineando come Mattia Preti sia intrinseco con Modena : qui c’è un momento importante della sua attività, cioè le tele conservate nella Chiesa di San Biagio. Purtroppo la chiesa è ancora chiusa a causa dei danni patiti un anno e mezzo fa a causa del terremoto, come chiusa del resto è anche la Chiesa di San Paolo a Ferrara, cara all’oratore che vi è nato : lo stato non è in grado di tutelare il suo immenso patrimonio artistico.
Mattia Preti nasce in Calabria nel 1613 e muore a Malta nel 1699 : Sgarbi ha curato sia la mostra in occasione del trecentesimo anniversario della morte, sia la mostra, a Venaria Reale, in occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita, che cade quest’anno, e di cui il libro che presenta stasera ne è testimonianza. Mattia Preti è autore di numerose opere, almeno 500 tele, ma di lui si è cominciato a parlare solo un secolo fa ed il primo libro italiano su di lui è opera di Sgarbi stesso, prima solo un americano aveva scritto qualcosa (Spike). Mattia Preti infatti è forse più noto all’estero e in Italia è praticamente una conquista dei giorni nostri.
Mattia Preti parte dal Caravaggio insieme ad altri due pittori emergenti del ‘600, Battistello ed Artemisia , ma ben presto Caravaggio stacca tutti e diventa il maggior pittore italiano del ‘600 : il caravaggismo di Mattia Preti, sostiene Sgarbi, è sempre recitato, non è mai preso dalla realtà, ma trasferito sulla scena teatrale con tutti gli effetti speciali richiesti, prediligendo ambientazioni notturne e luci strusciate che drammatizzano anche uno sguardo. Ma Preti ha un virtuosismo che gli consente ogni acrobazia, traduce ogni emozione, ogni tormento, ogni entusiasmo, ogni dolore in immagini nelle quali si esprime il senso della vita.
La vita dell’artista è praticamente legata a quattro momenti che corrispondono ad altrettanti luoghi, Roma, Napoli, Malta e Venezia : nel periodo veneziano Mattia Preti visse anche a Modena, dove possedeva una casa e dove dipinse alcune tele che sono conservate nella Chiesa di San Biagio, un tempo chiamata Chiesa del Carmine. La datazione dei lavori a Modena è fissata tra il 4 ottobre 1651 e il 28 marzo 1652 : questi riguardano la decorazione della cupola, della volta del coro e del catino dell’abside, interamente realizzate ad affresco.
Con l’aiuto di immagini Sgarbi poi ci illustra molti capolavori dell’artista, raccolti nel catalogo pubblicato da poco a sua cura, molte copie del quale sono messe a nostra disposizione. Al termine della brillante ed esaustiva relazione l’ospite si presta gentilmente a firmare le copie del suo libro e a scrivere dediche per chi ne faccia richiesta.
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